venerdì 21 febbraio 2014

A colazione con...

Stefano Rogliatti
fotografo e video maker

Difficile "raccontare" Stefano Rogliatti perché sino ad oggi ha vissuto più vite e da ognuna ha saputo cogliere il meglio. Ha iniziato la sua carriera come fotografo e come redattore e in parallelo ha assolto il servizio militare nei Vigili del Fuoco. Da questa esperienza è nata una mostra fotografica che nel 1996 è stata esposta a Lyon, in Francia. Ad essa ne sono seguite altre. Una tra tutte la personale Cernobyl, ten years on per raccontare, dieci anni dopo, la situazione di Bielorussia e Ucraina dopo il disastro nucleare, che è stata esposta alla City Gallery di Leicester, in Gran Bretagna, e successivamente acquistata dall'associazione di artisti Charnwood Art. Direttore della fotografia di alcuni video, giornalista professionista, docente e atleta a livello agonistico (sì, perché Stefano pratica il mezzo fondo e a marzo parteciperà ai Campionati Italiani di mezza maratona organizzata dai Vigili del Fuoco ad Agrigento), il Signor Rogliatti è oggi un video maker che collabora con la Rai e che ha al suo attivo alcuni film e cortometraggi di successo.
Stefano, hai al tuo attivo una serie di esperienze professionali e di vita importanti. Cosa ti hanno dato, in questi anni, a livello umano?
"Sono state tutte belle sfide che mi hanno fatto maturare come uomo e come professionista dell'immagine. Il corpo dei Vigili del Fuoco mi ha insegnato ad essere sempre pronto ad aiutare gli altri, lo sport ad affrontare con impegno le sfide, superare i miei limiti e anche accettare le sconfitte".
Hai iniziato con la macchina fotografica e sei approdato alla telecamera. Perché questo cambio?
"Nel 1998 ho proposto alla sede Rai di Torino un progetto che è poi diventato Il pullman del sole, un video documentario prodotto da Rai TV sul viaggio degli immigrati marocchini residenti a Torino di ritorno a casa. Da allora, la svolta. Sono passato dall'immagine fissa a quella in movimento e oggi mi sento un film maker perché in pochi minuti costruisco la narrazione di un servizio per il TG3".
Oltre al telegiornale, continui con i tuoi progetti personali. Ce li racconti?
"Con Gianfranco Bianco, che considero il mio mentore, ho realizzato tre film dei quali due come co-autore insieme a lui e a  Paolo Girola. Ho prodotto anche Maledetto G8, video allegato al settimanale l'Espresso, Primavera Libanese, una rivoluzione pacifica che è un reportage a Beirut e nella Valle della Bekaa dopo l'omicidio del Primo Ministro Hariri e ancora Verso le Olimpiadi di Torino 2006, un lungometraggio sulla preparazione psico-fisica della Nazionale Italiana di sci di fondo".
Parliamo di Shlomo. La terra perduta?
"Si tratta di un film inchiesta che ho realizzato nel 2012 con Matteo Spicuglia sulla più antica minoranza cristiana in Medio Oriente. Raccontiamo di Tur Abdin, nella Turchia profonda, dove risiede una comunità di 2500 Armeni, popolo antichissimo e testimone del cristianesimo dei primi secoli in Islam. Shlomo è il loro saluto di pace, il saluto di una comunità che oggi rischia di essere straniera in patria".
Un altro lavoro interessante è Benvenuto Mister Zimmerman.
"Il cortometraggio descrive l'arrivo di Bob Dylan a Barolo per il festival Collisioni del 2012. Con Davide Mazzocco siamo stati in questo paese delle Langhe, dove la vita scorre al ritmo della campagna e della natura, per documentare come questo borgo si preparasse ad accogliere una leggenda della musica. L'aspetto più interessante è stato raccogliere le testimonianze degli anziani, che descrivevano le feste di paese e la vita di un tempo. L'attesa di Robert Allen Zimmerman, in arte Bob Dylan, nella sua unica data italiana di quell'anno, è stata l'occasione per descrivere in immagini lo spirito del luogo e ricordare a noi e agli spettatori cosa vuol dire fare sacrifici, vivere di ciò che si produce o si coltiva, crescere, amare e invecchiare in un paese lontano dalla frenesia della grande città e della tecnologia che, per una volta, diventa protagonista di un evento dal richiamo mediatico".

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giovedì 20 febbraio 2014

L'eccellenza culinaria secondo Platti


Da sempre sinonimo di eleganza, lo storico Caffè Platti di Torino è un punto di riferimento per coloro che amano gustare il food di qualità in una cornice raffinata e vero esempio di lifestyle. La sua vocazione di "salotto del sapore" risale al 1870, quando era il ritrovo di personalità illustri e letterati famosi che nutrivano lo spirito politico o intellettuale con stuzzichini e portate di alto livello. Da allora la sua ascesa è stata inarrestabile e ancora oggi il Caffè Platti conferma di essere un atelier del gusto. Forte di questo background, il locale di corso Vittorio Emanuele II n. 72 propone un viaggio gourmet nell'eccellenza mediterranea per far scoprire gli aromi, i profumi e le fragranze che da sempre caratterizzano la cucina italiana nel mondo.


Dopo l'appuntamento di gennaio dedicato alla Campania, il 25 e il 26 febbraio sarà la volta della Serata lucana e della sua cucina dai sapori schietti e indimenticabili. A firmare la regia di questo tour enogastronomico è il giovane chef Matteo Malacarne, al timone del ristorante Don Matteo di Matera, che per gli ospiti del Caffè Platti ha ideato un menù degustazione che definisce "Un coro in cui ogni ingrediente canta nella sua tonalità entrando in sintonia, in accordo o in un equilibrato contrasto con gli altri elementi".

Le sue proposte fanno della semplicità e dell'essenza delle materie prime un punto di forza e sono l'occasione per conoscere aromi poco diffusi per noi Torinesi. Qualche esempio? All'aperitivo di benvenuto seguiranno il Panecotto con le rape e pezzentella di finocchietto con passato di zucca e lampascione leggermente croccante, il Carciofo con fonduta al pistacchio, cannolo al pecorino di Moliterno crema caprina e antica insalata di arance, finocchio e melagrana, il Triscidd poverelli di casa Olio Nuovo... terriccio di zafaran e polpa di acciughe rifiniti con mollica di pane cafone, le Scorzette di mandorle di grano Senatore con salsiccia fresca e funghi cardoncelli delle Murge e ancora l'Involtino di ricciola alla moda Lucana purea di ceci neri e petali di peperone crusco di Senise, lo Spumone di Matera agli amaretti e noci mascoline con colatura di cacao amaro e... la ricotta di pecora allo strazzone al Cordial Caffè e miele di sulla.
I vini in abbinamento sono il Metodo Classico "Centosanti - sb.2012 - cantina Michele Dragone, Malandrina 2010 - Moro - Cantina Masseria Cardillo, Bernalda, Cordial Caffè Lucano - Cav. P. Vena - Pisticci Scalo.

Il viaggio gourmet nell'eccellenza mediterranea inizia alle ore 20.00 nella splendida cornice della Sala degli specchi ed il costo è di 65,00€ a persona, vini inclusi.
Per Platti, membro dell'Associazione Locali Storici d'Italia, e per il suo qualificato Direttore Andrea Sabbia, il doppio appuntamento ribadisce la volontà di fare di questo luogo un vero atelier del gusto per la città di Torino e, perché no, per l'Italia. Per questa ragione il celebre marchio ha scelto di avvalersi di un team competente e preparato al quale affidare la propria comunicazione: Federica De Luca per le informazioni stampa e Antonella Bentivoglio d'Afflitto per la sezione web, oggi più che mai fondamentale.

Per prenotare ed essere conquistati dai sapori lucani occorre telefonare al n. 347 4471674 o scrivere a sabbia@platti.it. Per avere invece un'anticipazione della magia che si vivrà il 25 e il 26 febbraio è possibile seguire Platti su facebook.








venerdì 7 febbraio 2014

a colazione con...

Filippo Ugliengo
bassista e cantante dei Karavans



Biellesi di nascita e Torinesi di adozione, i Karavans sono una band orgogliosamente italiana con sonorità indie-rock. Amici da sempre, condividono la passione per le sette note e per i viaggi. Nati ufficialmente nell'estate del 2013, hanno già all'attivo due singoli entrati subito nelle playlist che contano: S(u)ono e I vicini ci denunciano, pubblicati da Fondazione Sonora/BlissCo e accompagnati da due video molto poco Made in Italy e parecchio Made in England. Sì, perché la band sa bene che cosa vuole comunicare e come: basta ascoltare i testi dei due brani e cliccare su You Tube per capirlo.
A colazione con Filippo Ugliengo, abbiamo fatto un bilancio di questi primi frenetici mesi dei Karavans.


Filippo, perché Karavans?
"Perché per le serate ci muoviamo con un vecchio camper. Marco, Luca, Tommaso ed io siamo amici da quando siamo piccoli, ci sentiamo una famiglia, e questo camper rappresenta la nostra seconda casa, un compagno di avventura. Non solo: oltre ad essere social, perché grazie a lui siamo una piccola community, è l'icona di una vita on the road".
Parliamo di S(u)ono e I vicini ci denunciano.
"Nei due singoli c'è tutto il nostro spirito indie-rock. Crediamo nel potere della parola e quindi, oltre al sound, abbiamo lavorato molto anche sui testi che sono caustici, ma reali. S(u)ono racconta quanto sia importante esprimere la propria personalità, al di là degli stats symbol che ci vengono imposti quotidianamente, mentre I vicini ci denunciano è una storia vera; in questo caso ancora di più il mix tra parole e ritmica ha un ruolo chiave. Questo è un testo rap su base rock".
Ci sarà un terzo singolo?
"Lo stiamo già registrando. Siamo self mad men, ma naturalmente avere un'etichetta indipendente e dinamica  come Fondazione Sonora/BlissCo è importante".
Siete su facebook, twitter, You Tube e non solo: quanto aiutano i social nella promozione?
"Sono fondamentali, anche se credo che si arriverà presto ad un punto di collisione. La rivoluzione copernicana della musica è il computer: con lui puoi raggiungere il mondo, ma secondo me c'è un'inflazione di tutto, anche di video e canzoni".
Ultima domanda: perché lo stemma araldico come logo?
"Perché siamo e ci sentiamo una famiglia e volevamo un stemma di appartenenza".

Per saperne di più: www.karavans.it









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