martedì 22 maggio 2012

a colazione con


Alessandra Tinozzi
fotografa

Una sera ricevo una telefonata da Alessandra che mi propone di partecipare ad un progetto tanto divertente quanto innovativo: Sul cuscino (http://www.sulcuscino.com). Decido di accettare e così il giorno dopo mi presento nel suo studio fotografico, nel cuore della Torino creativa, per partecipare allo shooting che mi ritrae sdraiata su un cuscino che mi rappresenta, foderato con un foulard griffato Miss Crumb nel quale sono scritte parole e parole e parole.
Alessandra ha la capacità innata di far sentire le persone rilassate: benché io sia sdraiata e lei in posizione dominante, armata di macchina fotografica, non sono a disagio e, anzi, mi diverto davvero! Il risultato è sorprendente e il merito non è mio, ma di questa fotografa professionista che fa del ritratto uno stile di vita.
Tempo dopo la invito a pranzo e, quasi per gioco, decido di intervistarla. Non avendo il registratore con me, utilizzo i tovagliolini di carta del bistrot nel quale ci troviamo. Nonostante la poca professionalità dei miei strumenti, le sue parole sono davvero interessanti. Leggere per credere!
Alessandra, come sei approdata alla fotografia?
"Per obbligo. Mi ero appena laureata in storia del teatro dopo aver vissuto negli States e mio padre, fotografo pubblicitario, aveva deciso che dovevo lavorare. All'inizio ho odiato questa professione, ma la severità del mio maestro mi ha formata ed oggi gliene sono grata. Dopo alcuni anni ho capito che potevo anche ritrarre altri soggetti oltre a quelli industriali e pubblicitari e così mi sono indirizzata al ritratto. Sono partita per gli Stati Uniti dove ho seguito un corso all'International Center of Photography e dal 2000 lavoro come freelance".
Quali soggetti preferisci?
"I bambini e gli uomini di potere perché sono i più difficili da tenere a bada e da conquistare. E' una sfida: devo sapere dove condurli e studiare tutto nel dettaglio".
Tu hai ritratto sul cuscino, ma non solo, chef stellati.
"Mi piace smontare la maschera di questi uomini forti e capaci, ricchi di energia creativa. Ho fotografato Davide Scabin e Teo Musso non perché fossero cuochi famosi nel mondo, ma perché avevo letto la loro storia personale ed ero rimasta impressionata dalla forza del loro carattere".



Lo scatto più difficile?
"Quello al professor Vincent Dor, ritratto a Montecarlo nella sua clinica di fama internazionale. Appena lo incontro mi dice che è stato fotografato da Newton e mi spiega come vuole lo scatto. Io accetto, ma prima gli chiedo se posso farne uno a modo mio. Il risultato è come se avessi inserito la macchina fotografica dentro al cuore: l'ho conquistato!".
Parliamo invece del progetto Sul cuscino?
"Tutto è nato dall'esperienza con gli chef, che spesso facevo sdraiare per gioco. Era un escamotage per rilassarli velocemente. Quando si è spalle a terra ci si lascia andare, si può essere se stessi al di là del ruolo sociale che si ricopre, e il sorriso nasce spontaneo. Nel tempo ho ritratto personaggi famosi, ma anche persone normali. Mi piacciono le donne che vogliono veder riconosciuta la propria bellezza e quelle che non si sentono perfette e che poi, dopo lo scatto, si innamorano del proprio viso. Ogni foto ha una storia da raccontare ed è un'esperienza unica sia per chi si fa ritrarre sia per me".










2 commenti:

  1. Ciao Barbara,
    bello questo post! Io amo fotografare e ho letto tutto con attenzione.
    Ora sbircio il sito del cuscino ;)

    Un caro saluto

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  2. Ha mentito! in realtà lo scatto più difficile è stato quando ha tentato di fotografare mio figlio Giacomo (6 mesi) ed aveva un faccino serioso :) Ma alla fine il ritratto che gli ha fatto è un capolavoro! :)

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