lunedì 9 luglio 2012

Cena in bianco. Il flash mob più cool dell'estate


Conoscendo Antonella Bentivoglio d'Afflitto non mi sono stupita quando mi ha invitata alla Cena in bianco, il flash mob più elegante della penisola. Anzi, ho accettato subito con grande entusiasmo ed ho coinvolto amici a due e a quattro zampe, tutti rigorosamente white dressed. Lei, Antonella, è una donna dinamica e ricca di idee creative, oltre che una professionista esperta in comunicazione che sa trasformare un incontro di lavoro in un evento di alto livello.
Oltre agli inviti fatti personalmente da lei il tam tam è proseguito sui social network e in poco tempo il "popolo bianco" si è attivato nella preparazione di questa serata top secret, in perfetto stile flash mob. Solo qualche giorno prima abbiamo saputo che il D day sarebbe stato il 5 luglio alle ore 20.30 e solo poche ore prima abbiamo scoperto che la location sarebbe stata Piazzetta Reale: incantevole e raffinata cornice per una serata senza precedenti.


Ciascuno di noi ha portato tavoli, sedie, fiori, candele e centri tavola, stoviglie in porcellana, tovaglie e tovaglioli in tessuto oltre che il cibo, assolutamente e candidamente bianco. Ad aiutare Antonella c'erano i White angel, volontari che ci hanno indicato dove accomodarci. Lo sventolio dei tovaglioli e il battimani hanno invece segnato l'inizio di questa raffinata cena en plein air che si è basata sui principi dell'estetica, dell'etica, dell'eleganza e dell'educazione e che ha dimostrato che oltre 2.000 persone possono e sanno offrire un bell'esempio di eleganza e civiltà. Al termine della serata, infatti, abbiamo portato via tutto, lasciando la location perfettamente pulita.
Dopo New York, Parigi e Berlino anche la nostra città ha quindi vissuto il suo sogno di una notte di mezza estate e le immagini descrivono perfettamente la magia e l'incanto di una serata che rimarrà nel mio cuore a lungo. 
Grazie Antonella!






venerdì 25 maggio 2012

Style.it


Da oggi sono anche su Style.it, il sito di Vogue, Glamour, Vanity Fair, Myself, Vired e GQ.com per intenderci.
Curo un blog dal titolo Rimmel a colazione in cui parlo di amicizia, amore, moda, beauty, lusso e soprattutto di Torino, città ricca di personaggi creativi e di eventi interessanti.
Perché questo titolo? Perché sono fissata con la colazione (e infatti anche qui c'è la sezione A colazione con...). Breakfast per me significa dolcezza (forse per i due cannoli alla crema, il cappuccino e il caffè che consumo ogni mattina nella mia cremeria preferita?), oltre che una pausa prima di fare lo slalom tra i mille impegni della giornata.
Rimmel, invece, è la sublimazione dell'universo femminile. Ricordo ancora un week end d'estate, ero in montagna, in cui mia mamma mi regalò il primo rimmel: un modo semplice per dirmi che potevo iniziare a truccarmi se volevo, ma io "da vero maschiaccio" le dissi che dovevo fare una gara di biciclette e non avevo tempo per il make up... A pensarci adesso mi odio per averle risposto così.
Oggi mi trucco come quasi tutte le donne e, soprattutto, ringrazio la mia splendida mamma per quel rimmel blu...


giovedì 24 maggio 2012

My sound

Ladies & gentlemen è con vero piacere che vi segnalo My sound: il primo singolo in italiano che vede impegnati The Sweet Life Society con le Sorelle Marinetti e La Mattanza.
A pochi giorni dall'uscita, il brano sta conquistando l'Italia ed era ora, visto che Gabriele Concas e Matteo Marini, alias The Sweet Life Society, sono già famosi in Europa e in Giappone per la capacità di mixare l'elettronica con sonorità dal respiro vintage.
Dopo la partecipazione ad una serie di festival  del calibro di Big chill (in Gran Bretagna) e dopo un tour europeo che ha fatto registrare una serie di sold out, i due sono tornati nella loro Torino anzi, nella loro San Salvario, per realizzare questo singolo divertente e originale in cui generi e personaggi diversi si incontrano per dare vita ad un melting pot creativo dal sapore internazionale.
Il contributo vintage è merito de Le Sorelle Marinetti, trio vocale che si rifà alle atmosfere degli anni '30, mentre La Mattanza - duo hip hop attivo all'ombra della Mole - firma la parte più ritmata; non manca poi la partecipazione di Ale Bravo (vi dicono qualcosa nomi tipo LNRipley, Subsonica, Velvet, Petrol?) al mix.
Attualmente in tournée nel vecchio continente, The Sweet Life Society torneranno nel Bel paese per una serie di date estive. Seguiteli sul sito thesweetliferecords.com: stare fermi al ritmo delle loro sonorità elettroswing sarà impossibile. Cliccare per credere!



martedì 22 maggio 2012

a colazione con


Alessandra Tinozzi
fotografa

Una sera ricevo una telefonata da Alessandra che mi propone di partecipare ad un progetto tanto divertente quanto innovativo: Sul cuscino (http://www.sulcuscino.com). Decido di accettare e così il giorno dopo mi presento nel suo studio fotografico, nel cuore della Torino creativa, per partecipare allo shooting che mi ritrae sdraiata su un cuscino che mi rappresenta, foderato con un foulard griffato Miss Crumb nel quale sono scritte parole e parole e parole.
Alessandra ha la capacità innata di far sentire le persone rilassate: benché io sia sdraiata e lei in posizione dominante, armata di macchina fotografica, non sono a disagio e, anzi, mi diverto davvero! Il risultato è sorprendente e il merito non è mio, ma di questa fotografa professionista che fa del ritratto uno stile di vita.
Tempo dopo la invito a pranzo e, quasi per gioco, decido di intervistarla. Non avendo il registratore con me, utilizzo i tovagliolini di carta del bistrot nel quale ci troviamo. Nonostante la poca professionalità dei miei strumenti, le sue parole sono davvero interessanti. Leggere per credere!
Alessandra, come sei approdata alla fotografia?
"Per obbligo. Mi ero appena laureata in storia del teatro dopo aver vissuto negli States e mio padre, fotografo pubblicitario, aveva deciso che dovevo lavorare. All'inizio ho odiato questa professione, ma la severità del mio maestro mi ha formata ed oggi gliene sono grata. Dopo alcuni anni ho capito che potevo anche ritrarre altri soggetti oltre a quelli industriali e pubblicitari e così mi sono indirizzata al ritratto. Sono partita per gli Stati Uniti dove ho seguito un corso all'International Center of Photography e dal 2000 lavoro come freelance".
Quali soggetti preferisci?
"I bambini e gli uomini di potere perché sono i più difficili da tenere a bada e da conquistare. E' una sfida: devo sapere dove condurli e studiare tutto nel dettaglio".
Tu hai ritratto sul cuscino, ma non solo, chef stellati.
"Mi piace smontare la maschera di questi uomini forti e capaci, ricchi di energia creativa. Ho fotografato Davide Scabin e Teo Musso non perché fossero cuochi famosi nel mondo, ma perché avevo letto la loro storia personale ed ero rimasta impressionata dalla forza del loro carattere".



Lo scatto più difficile?
"Quello al professor Vincent Dor, ritratto a Montecarlo nella sua clinica di fama internazionale. Appena lo incontro mi dice che è stato fotografato da Newton e mi spiega come vuole lo scatto. Io accetto, ma prima gli chiedo se posso farne uno a modo mio. Il risultato è come se avessi inserito la macchina fotografica dentro al cuore: l'ho conquistato!".
Parliamo invece del progetto Sul cuscino?
"Tutto è nato dall'esperienza con gli chef, che spesso facevo sdraiare per gioco. Era un escamotage per rilassarli velocemente. Quando si è spalle a terra ci si lascia andare, si può essere se stessi al di là del ruolo sociale che si ricopre, e il sorriso nasce spontaneo. Nel tempo ho ritratto personaggi famosi, ma anche persone normali. Mi piacciono le donne che vogliono veder riconosciuta la propria bellezza e quelle che non si sentono perfette e che poi, dopo lo scatto, si innamorano del proprio viso. Ogni foto ha una storia da raccontare ed è un'esperienza unica sia per chi si fa ritrarre sia per me".










venerdì 11 maggio 2012

It's (not) only rock'n' roll but I like it



Oggi vi presento Chiara Mirelli: ci siamo conosciute la scorsa estate per lavoro ed è scoccata la scintilla! Insieme abbiamo realizzato un servizio per Glamour: lei le (splendide) foto ed io i testi. Chiara è una donna solare ed energica, oltre che una professionista seria e capace. La sua passione per le sette note l'ha portata a specializzarsi in questo settore ed è, a mio giudizio, una delle migliori fotografe in campo musicale. Per questo sono orgogliosa di presentare It's (not) only rock'n'roll but I like it, una mostra dedicata a chi suona, chi canta, chi lavora nel backstage e naturalmente al pubblico. La personale, itinerante come Chiara, è stata presentata alla Fnac di Torino e in altre città d'Italia e prossimamente sarà a Napoli. Se volete scoprire la versione inedita di Jovanotti, Linea 77, Baustelle, Nina Zilli, Erica Mou e di molti altri artisti seguitela sul sito http://chiaramirelli.com.


lunedì 13 febbraio 2012

D'inverno sul Po

Tutti si lamentano del grande freddo, ma c'è chi non lo teme, anzi lo sfida. Il gelido week end appena trascorso ha visto protagonista la XXIX edizione della regata internazionale di gran fondo "D'inverno sul Po" organizzata dalla storica Società Canottieri Esperia - Torino. Suggestiva come sempre la location: 6.000 metri a favore di corrente con partenza presso l'isolotto di Moncalieri e arrivo ai Murazzi, davanti alla Società Esperia.
In gara 1.477 atleti suddivisi per categoria, dei quali oltre 200 stranieri provenienti da Francia, Olanda, Germania, Svizzera e Gran Bretagna, a conferma che la competizione è ormai entrata a pieno titolo nel calendario delle gare internazionali.
Gli equipaggi nazionali hanno visto la presenza di tre atleti torinesi: Alberto Di Seyssel (Circolo Armida), Luca Lovisolo e Vittorio Serralunga (Circolo Cerea).
La manifestazione, che si è svolta sotto il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Torino, della Città di Torino, della Circoscrizione 8, del C.O.N.I., del C.I.P. e del Parco Fluviale del Po Torinese, ha avuto una notevole risonanza e infatti, nonostante le temperature rigide, ha fatto registrare una grande presenza di pubblico. Segnale importante, soprattutto per la nostra città che vanta una lunga tradizione di canottieri e che ha visto nascere il Rowing Club, ovvero l'attuale Federazione Italiana di Canottaggio.




giovedì 26 gennaio 2012

Echi da Auschwitz

Viaggio nella memoria attraverso le immagini di Alessandro Lercara e i testi di Barbara Odetto



 “Ci sono viaggi latenti in ognuno di noi: esperienze che si vogliono vivere senza capire perché e senza sapere che cosa ci si possa aspettare. Uno di questi, per noi, era visitare i Campi di Concentramento e Sterminio di Auschwitz-Birkenau. Per questo, nel gennaio del 2011, abbiamo deciso di salire sul Treno della Memoria allestito dall’Associazione torinese Terra del Fuoco. Non sapevamo cosa avremmo visto e provato, ma tornati abbiamo capito che volevamo ricordare”.
Barbara Odetto & Alessandro Lercara


Due concetti fondamentali distinguono gli scatti fotografici: il movimento e l’eco. Le immagini puntano sul dualismo tra mosso e statico per rappresentare il tempo. Un tempo che si è fermato brutalmente per i deportati del Campo di Concentramento e Sterminio di Auschwitz-Birkenau, ma anche un tempo che scorre inesorabile, fugge via, e spesso cancella i ricordi. Il gioco di movimento e staticità reso negli scatti è quindi una traduzione visiva di un concetto molto più profondo: chi oggi entra nei Campi di sterminio rivive un passato che è ancora vivo, presente, attuale in tutta la sua forza. La storia, il tempo appunto, tende a cancellare e a rimuovere il ricordo, ma chi visita Auschwitz-Birkenau capisce immediatamente che il passato è ancora presente e urla nel vuoto e nel silenzio di questi luoghi.
L’eco, intesa come grido che si propaga nello spazio e nel tempo, è l’altro concetto tradotto in immagine. Nuovamente, il gioco tra fermo e mosso rappresenta l’eco che risuona nella vastità dl nulla. Perché Auschwitz, ma soprattutto Birkenau, sorgono in un nulla che per molti ha rappresentato tutto. Per sottolineare la potenza delle urla silenziose dei deportati ogni scatto è accompagnato da una breve frase: un pensiero, talvolta sottointeso, talvolta sarcastico, che non appartiene ad un prigioniero in particolare, ma ad ognuno di loro. Perché di fronte all’orrore, al dolore, all’annientamento le donne, gli uomini, i bambini, i ricchi, i ladri, i poveri, gli Ebrei così come i Rom di Auschwitz-Birkenau hanno sicuramente pensato o sussurrato quelle parole.
Nelle fotografie le persone non sono protagoniste. La loro presenza è evanescente: si avverte, si intravede solo in alcuni scatti, quasi bisogna cercarla. Il loro compito è ricordare, essere eco di una memoria e di un tempo che tendono a svanire, ma non devono.


Gli scatti
Le opere hanno un “formato panoramico” (cm. 120x35). Al centro di ogni foto vi è un elemento statico che viene enfatizzato dalle immagini ai lati; queste si ripetono e si sovrappongono per creare l’idea del movimento, del tempo che scorre e dell’eco dei ricordi. Un tecnica particolare adottata da Alessandro Lercara già in altri lavori e che cattura perfettamente la vastità degli spazi di Auschwitz-Birkenau e traduce senza retorica la realtà.


Il concept
Tanto le fotografie quanto i testi di Barbara Odetto vogliono testimoniare in modo creativo una realtà passata, ma ancora viva nella memoria collettiva. Lontano dall’essere una denuncia politica o razziale, la mostra è un momento di riflessione personale di ogni visitatore. Le immagini e le frasi si prestano a molte interpretazioni, legate alla sensibilità e al vissuto di ognuno e vogliono essere uno spunto per riflettere su quanto è accaduto e su quanto potrebbe ancora succedere. L’obiettivo è mantenere vivo il ricordo di un passato relativamente recente, ma che purtroppo sta svanendo perché i suoi testimoni stanno scomparendo.
Proprio per questo ognuno di noi deve essere eco e propagare il ricordo, alimentando l’informazione.


Alessandro Lercara
Diplomato in fotografia, già durante i primi anni di scuola affianca come assistente fotografi di moda e industriali. Finiti gli studi viene assunto dall'agenzia fotografica LaPresse, grazie alla quale matura professionalmente toccando diversi campi della fotografia: fotogiornalistica, sportiva, industriale...
Segue aziende leader nel settore e pubblica su riviste e quotidiani nazionali che lo portano, nel 2001, a conseguire la tessera da giornalista. Nel 2005 comincia a lavorare come freelance e prosegue il suo percorso professionale collaborando con importanti agenzie del territorio e prestigiose aziende nazionali.


Barbara Odetto
Giornalista freelance, scrive per quasi tutti i magazine torinesi e per numerose riviste nazionali e si occupa di moda, lusso, lifestyle, beauty, musica e arte. Ha fondato un ufficio stampa specializzato nelle startup aziendali e nella cura dell’immagine di artisti e creativi. Segue aziende e associazioni nazionali e spazia dal restauro al design, dalla moda al beauty. È infine titolare di un’agenzia di pubblicità che vanta clienti in diversi settori per i quali segue la comunicazione e l’immagine a 360 gradi: dallo studio del logo al below the line, passando per la realizzazione di locandine, folder, brochure, cataloghi, book e monografie e per la creazione di campagne stampa sui diversi mezzi e siti web.


Ringraziamenti
Come dimenticare chi ha saputo scaldare i gelidi binari di Birkenau con un semplice "Io ti ricordo..." rendendo questa esperienza indimenticabile.
Grazie a Terra del Fuoco e a chi è salito con noi sul Treno della Memoria.
Grazie a chi in questi mesi ci ha aiutato a concretizzare un’idea.
Grazie all'Associazione Mai tardi-Amici di Nuto e alla Fondazione Nuto Revelli onlus che, con il finanziamento dei Comuni di Borgo San Dalmazzo, Cuneo, Fossano e Saluzzo hanno permesso la stampa delle opere e la realizzazione delle mostre.


lunedì 23 gennaio 2012

Lomo mania


In autunno la redazione di Glamour mi propone un workshop di Lomography ad Artissima e mi chiede di invitare anche una celeb. Chiamo Pier, manager di musicisti famosi, e gli domando se ha qualcuno da suggerirmi. Lui mi propone gli Sweet Life Society: duo di electroswing che fa ballare l'Italia, ma non solo.
Guardo il loro sito, thesweetliferecords.com, e capisco immediatamente che sono perfetti per il magazine.
In una domenica di pioggia ci incontriamo allo spazio Borsalino di Artissima per il seminario e dopo aver scelto la Lomo che preferiamo, Gabriele e Matteo, con Pier e la sottoscritta, diventano inviati speciali di Glamour. A disposizione abbiamo una Sprocket panoramica, che immortala l'immagine anche sui fori della pellicola, una Fisheye che crea un effetto bolla, una Diana mini che fissa due half frame in un solo fotogramma, e una Diana F+ dall'efeftto vintage.


Il connubio è perfetto: oltre che musicisti, Teo si occupa di video e Gabri di fotografia e usa da sempre questa piccola macchina dalle grandi potenzialità, per cui gli Sweet Life Society sono la band giusta al posto giusto. Il risultato? Lo potete scoprire su Glamour di febbraio e in qualche scatto qui sotto.




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