mercoledì 11 novembre 2015

Capire le donne? Facile, con le neuroscienze e la neuroarte

Sabato 14 novembre sarò la moderatrice di un interessante convegno organizzato dalla Consulta femminile regionale, dalla Consulta regionale europea del Consiglio regionale del Piemonte e dall'associazione Secretaries' Voice dal titolo "Un viaggio attraverso le Neuroscienze e le Neuroarti per raccontare le emozioni del Cervello Donna". La giornata sarà articolata in più momenti di approfondimento e gli ospiti presenti porteranno contributi concreti che dimostreranno come la scienza e l'arte siano un connubio inscindibile per indagare la mente del gentil sesso. Molte le istituzioni che interverranno: Emma Bonino presidente onorario di WE Women for ExpoDaniela Ruffino vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e Presidente delegata della Consulta europea, Antonio Saitta assessore regionale alla Sanità e Cinzia Pecchio presidente della Consulta Femminile Regionale del Piemonte. In mattinata relazioneranno importanti luminari del mondo medico e scientifico, mentre nel pomeriggio verrà data la parola agli artisti tra i quali il celebre Gillo Dorfles che, con i suoi 105 anni, è un esempio vivente di come la neuro arte nutra davvero il cervello. Critico d'arte, pittore e filosofo insignito del Compasso d'oro dall'associazione per il design industriale, Medaglia d'oro della Triennale e Accademico onorario di Brera e dell’Accademia Albertina di Torino, Gillo Dorfles ha davvero segnato la storia dell'arte italiana. Oltre a a lui Enzo Tomaso Oliva, Caposcuola della corrente artistica della Microcellularità che ha ricevuto l'onorificenza di Accademico benemerito dell'Arte italiana per il mondo, e numerosi altri nomi della pittura.
Il convegno nasce da un'iniziativa dell'associazione femminile torinese Secretarie’s Voice e della sua Presidente Flavia Curti che hanno presentato ad Expo 2015 un progetto “declinato al femminile” sul nutrimento corretto del fisico e della mente e che ad Expo Dubai 2020 proporranno un’analisi sulla prevenzione e la cura delle patologie neurologiche che possono colpire le donne.  



mercoledì 28 ottobre 2015

La passione per scrivere, secondo Montblanc

Dal 1906 Montblanc crea strumenti da scrittura iconici, accessori capaci di unire stile e design, praticità ed eleganza. Nel corso degli anni sono cambiate le tendenze e le mode, ma il brand è rimasto fedele a se stesso, a quei valori di unicità e attenzione al dettaglio che ne fanno un protagonista indiscusso della scena internazionale. La lavorazione artigianale, l'innovazione tecnologica, la ricerca della qualità sono le parole chiave trasmesse dai fondatori ai loro successori e giunte sino a noi. In oltre un secolo di storia Montblanc ha vissuto le rivoluzioni culturali che hanno segnato le diverse epoche, ma ha avuto la capacità di rinnovarsi e di anticipare i trend. Una scelta strategica che lo ha portato ad essere un marchio aspirazionale e destinato a chi vuole distinguersi con charm. Dalla prima Meisterstük del 1924 alla celebre Montblanc M, dalla StarWalker alla Etoile con la sua linea pura, queste stilografiche hanno fatto la storia della scrittura. Oltre a loro, le celebri collezioni: la Cruise dai colori luminosi e vivaci, la Bohème che annovera un esemplare tempestato da 1.430 diamanti taglio brillante, la Muses Edition che rende omaggio alle femminilità di donne leggendarie, la Great Characters che celebra le più eminenti personalità del secolo scorso. Tra le numerose linee firmate Montblanc non può mancare la Writers Edition, realizzata annualmente sin dal 1992 e diffusa nel mondo in numero limitato. Un modo raffinato per ricordare la vita e le opere dei più noti scrittori che appartengono ad un mondo - quello letterario - vicino al brand di Amburgo che ha fatto della parola scritta una ragione di vita. 
In ottobre lo show room di Torino ha firmato un evento per presentare ai propri ospiti la nuovissima stilografica dedicata a  Lev Tolstoj, il maestro del verismo russo autore di capolavori quali "Guerra e pace" e "Anna Karenina". Elegante e dallo stile inconfondibile, la penna ha le finiture placcate in platino che richiamano i colori delle copertine delle prime edizioni dei suoi libri, mentre il pennino in oro massiccio 750 in rodio parziale ha inciso l'aristocratico stemma famigliare. Sull'anello attorno al cappuccio è presente un decoro che si ispira ai ricami russi che abbellivano i grembiuli da contadino indossati da Tolstoj, così come - sempre sul cappuccio - è incisa la firma del grande autore. Una stilografica maestosa e pregiata che completa una linea in edizione limitata per gli amanti dello scrivere e del bello.




martedì 20 ottobre 2015

I want to fly away


Ho sempre avuto la passione per il volo, per quel senso di libertà che solo il vento in faccia sa regalare. Per questo, quando ho saputo che avrei intervistato Marco Berry per parlare di Fly experience, ne sono stata entusiasta. Quel mercoledì di ottobre, quando l'ho incontrato, non immaginavo che sarei entrata nel primo wind tunnel d'Italia: un cilindro di vetro trasparente alto 12 metri in cui quattro motori dalla potenza complessiva di 2000 kw generano un flusso d'aria ad altissima velocità. Il risultato? Si è sospesi nel vuoto e si vivono le stesse sensazioni che ha un paracadutista in caduta libera. Inutile dire che è divertente e che porta l'adrenalina a livelli top! L'esperienza viene fatta in massima sicurezza perché è preceduta da un brief tenuto da un flyer esperto e perché nella camera di volo si è accompagnati da un istruttore professionista. Perfetto per chi, come me, non ha mai praticato sport aerei, Fly experience è anche una buona "palestra" per i paracadutisti perché permette di provare indoor figure ed evoluzioni da eseguire in aria, ma con un tempo a disposizione maggiore. Ho chiesto a Marco Berry come è nata l'idea ed ho scoperto che è un flyer appassionato. Nel 2007, quando conduceva il programma televisivo Danger, doveva superare una prova di escapologia nella quale in 40 secondi doveva liberarsi dalle manette durante un volo dall'aereo e aprire il paracadute. Per allenarsi si era recato vicino a Londra, dove ci sono diversi wind tunnel. Subito se ne è innamorato ed ha voluto portare il format anche a Torino, la sua città. Personalmente lo ringrazio: l'esperienza è stata così divertente che replicherò e che ho voluto dedicarle un articolo, un'intervista nel mio programma radio A colazione con in onda tutti i venerdì su Rvuno e questo post.
Buon volo a tutti!


venerdì 25 settembre 2015

Da Gstaad a Milano, passando per Parigi. I gioielli Kunta Luxury


Come addetta stampa seguo numerosi clienti che operano in settori diversi e il mio compito è individuare, per ognuno, il giusto mezzo di comunicazione. Per Kunta Luxury, il gioielliere del jet set internazionale, la scelta è stata immediata: le testate del gruppo Condé Nast. Dopo un press day organizzato a Milano nel quale ho presentato alle redattrici di Vogue, Vanity Fair e Glamour l'autore delle creazioni indossate da molte principesse, attrici e cantanti, Vogue Italia ci ha proposto di partecipare ad uno shooting a Parigi. 
In una location top secret la splendida Saskia De Brauw ha posato di fronte all'obbiettivo di Paolo Roversi, fotografo che non ha certo bisogno di presentazioni. Il risultato è nelle pagine di Vogue Unique di settembre in un servizio nel quale la bellezza femminile è l'accessorio e lo stile inconfondibile di Kunta Luxury il protagonista.




venerdì 18 settembre 2015

Dal blog alla radio... alla carta stampata


Coccola golosa, dolce pausa tra la calma della notte e la frenesia del giorno: la colazione, secondo me. Il suo effetto cocooning mi accompagna fino a pranzo anche perché - con due croissant, cappuccino e caffè - il mio breakfast time è davvero dolce. Dalla passione per questa parentesi della giornata alla mia passione di sempre, scrivere, il delta è minimo: ecco perché ho voluto che il blog contenesse da subito la sezione A colazione con. Chiacchiere interessanti accompagnate da un caffè con i personaggi che Torino la vivono e la firmano. 
L'idea è piaciuta anche al direttore di RV1, la web radio n. 1 in Piemonte e tra le prime 3 in Italia, e così è nato il programma radio ideato e condotto da me che va in onda tutti i venerdì alle 10.00... rigorosamente in cremeria. 
Non solo: ho raccontato del progetto alla direttrice di un magazine per il quale collaboro e da questo mese A colazione con è anche una rubrica cartacea. Naturalmente radio e giornale non presenteranno le stesse interviste: un'occasione in più, per me, di "vivere" a croissant. D'altronde lo faccio per lavoro, giusto?

Su www.rvuno.it/index.php/programmi/index ci sono tutti i webcast delle interviste realizzate dal 16 maggio 2014 al 15 giugno 2015. Il programma riprenderà ad ottobre... buon ascolto e buona colazione!



martedì 15 settembre 2015

Happy Bday FSRR

L'agenda segna gli ultimi giorni d'estate e Torino ha inaugurato la rentrée con un evento che ha unito creatività e glamour: il ventennale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Lo scorso 10 settembre - con un parterre composto da autorità, artisti, musicisti, esperti di comunicazione e trend setter - lo spazio espositivo che da sempre promuove l'arte contemporanea e i giovani talenti ha celebrato i 20 anni di successi con un open party. Il "compleanno" è stato doppio perché durante la serata si è festeggiato anche il quindicesimo anno di Club To Club. Il dj set è stato firmato dal londinese Danny L Harle (al debutto italiano), mentre il soundsystem ha visto la presenza di Giorgio Valletta e di Vaghe Stelle.
L'evento è stato l'occasione per inaugurare tre mostre che termineranno il prossimo 11 ottobre: The man who sat on himself /L’uomo che si sedeva su sé stesso a cura di Kate Strain, Angelica Sule e Zsuzsanna Stànitz; la prima personale italiana di Pierre Michelon Parole e Angurie e L'albero della cuccagna con Sebastian Lloyd Rees, progetto a cura di Achille Bonita Oliva che rientra negli eventi di Expo 2015. Accanto alle tre mostre è stato possibile visitare Tutttovero a cura di Francesco Bonami e la personale di Ian Cheng, a cura di Hans Ulrich Obrist.
In 20 anni di attività la Fondazione, presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, ha prodotto 118 mostre, ha commissionato e finanziato 581 opere, ha esposto e promosso 3.092 artisti, ha organizzato 3 corsi per curatori italiani e 27 residenze per curatori stranieri. Poiché dietro ad ogni grande mostra (in questo caso) c'è una grande donna, voglio ricordare che Patrizia Sandretto Re Rebaudengo - tra gli altri - nel 2003 è stata insignita del Montblanc Arts Patronage Award, nel 2005 del Premio Marisa Borsellino e del Riconoscimento di Ufficiale della Repubblica, nel 2009 del titolo di Chevalier de l'ordre des Arts et des Lettres conferito dalla Repubblica Francese e, nel 2012, del riconoscimento Arte: Sostantivo femminile.
Un ventennale ricco di successi, dunque, sia per la Fondazione sia per la sua massima rappresentate, a dimostrazione che l'arte contemporanea e i giovani talenti non sono "una specie in via d'estinzione".



lunedì 7 settembre 2015

a colazione con...

Geoffrey Moore
Produttore cinematografico e imprenditore



Figlio del celebre Roger, avrebbe potuto seguire le orme paterne. Invece ha scelto una carriera autonoma. Cresciuto sui set, nella sigla iniziale di Attenti a quei due si vede un giovanissimo Lord Brett Sinclair impersonato proprio da lui, avrebbe potuto assaporare la frenesia dello star system. Invece ai riflettori ha preferito uno stile di vita glam, ma discreto. Colto, conosce perfettamente quattro lingue, sofisticato ed esteta raffinato, Geoffrey Moore non ama parlare della sua famiglia in quanto la considera un valore da custodire gelosamente. Anche per questo ha deciso di vivere a Gstaad, località montana sulle Alpi Bernesi dove ogni inverno si dà appuntamento il gotha del jet set internazionale. Attenzione però: ancora una volta il figlio di James Bond non cede alla lusinga dei party più cool e preferisce dividere il suo tempo con gli amici fidati. Uno fra tutti, il gioielliere dei vip Fabrizio Granero che dall’Italia, passando per il Principato di Monaco, ha scelto questa località perché sa coniugare il lusso più raffinato con la semplicità e ad essa dedica dei gioielli limited edition che sono un vero must have per quanti possiedono uno chalet. Proprio a Gstaad, poco distante vive Sir Roger, incontriamo Geoffrey Moore.
Lei ha scelto di vivere lontano dalla frenesia di Londra e di Los Angeles: perché Gstaad?
“Perché è il luogo ideale per una famiglia. La natura, il silenzio, le persone che ci abitano tutto l’anno lo rendono magico. Qui il cambio delle stagioni ha un fascino unico da assaporare giorno dopo giorno, non ci sono né traffico né violenza e i rapporti umani sono sinceri, disinteressati e discreti. Non ha importanza quanto si è famosi, ma ciò che si è. Il business mi porta spesso in Inghilterra o in America, ma già dopo una settimana ho voglia di tornare a casa perché questo è il mio mondo. È la vita vera. A Gstaad ho amici fidati come Fabrizio Granero che conosco dagli anni ’80, quando insieme frequentavamo Monte Carlo. Condividiamo molti ricordi divertenti di quel periodo in cui il Principato di Monaco era davvero glamour e tutto il jet set internazionale si dava appuntamento là. Allora eravamo giovani e frequentavamo i party più esclusivi; oggi abbiamo scelto entrambi di far crescere i nostri figli in un ambiente ugualmente chic, ma più a misura d’uomo”.
Però anche Gstaad è conosciuta per essere frequentata da Very Important Person…
“Da dicembre a marzo sono molte le celeb che vengono qui per sciare e ogni sera ci sono diversi eventi davvero cool, ma i veri VIP alla mondanità sfrenata preferiscono le cene con pochi intimi. A me piace trascorrere il tempo con mia moglie Loulou e con le mie due figlie, Ambra Chiara e Mia, oltre che con gli amici di sempre”.
A proposito di amici, ha citato il gioielliere del jet set internazionale Fabrizio Granero. Ci racconta qualche aneddoto che vi riguarda?
“Ci siamo conosciuti a Monte Carlo nel 1984. Benché fosse poco più che ventenne, era già stimato da tutti e la sua gioielleria in Avenue des Beaux Arts era il punto di riferimento dell’élite mondiale. Tra i suoi clienti c’erano la principessa Grace con la figlia Stephanie, Kirk Douglas, Frank Sinatra, Joan Collins, Elizabeth Taylor, Roberto Rossellini e molti altri. È sempre stato considerato un gemmologo e un gioielliere serio e competente, oltre che fidato. Per questo tutti si rivolgevano a lui. Ricordo che un pomeriggio Fabrizio ed io andammo a Le Bar Américain dell’ Hôtel de Paris e incontrammo Sammy Davis Jr e Frank Sinatra. Sammy mi chiese chi fosse il mio amico e quando gli dissi che era un gioielliere lui replicò: non dirlo a mia moglie! In realtà quella sera stessa sua moglie acquistò uno splendido anello da lui. Il giovane italiano sapeva conquistare tutti sia con l’unicità e il design delle creazioni sia con il suo stile e la personalità solare”.
Sia lei sia Granero siete molto legati a Gstaad e il gioielliere firma addirittura delle creazioni esclusive che possono essere acquistate solo da chi possiede uno chalet. Pare che la prima sia stata commissionata da suo padre Roger.
“Fabrizio è davvero geniale perché ha capito lo spirito di chi vive qui. Per rendere omaggio a questo paese incantato, ha creato un gioiello a forma di cuore customizzato perché raffigura l’abitazione del committente e che viene distribuito da Kunta Luxury. Solo chi possiede uno chalet a Gstaad può farselo realizzare e alcuni hanno fatto inserire anche il proprio cane o l’orso, simbolo di Berna, o altri animali. L’oro e le pietre preziose gli regalano un’allure chic e raffinata, ma la lavorazione a découpage lo rende facile da indossare e perfettamente in linea con lo stile locale. In effetti mio padre è stato il primo a volerlo e adesso che è un must have, scherziamo dicendo che Fabrizio dovrebbe creare un gioiello per chi possiede un aereo privato”.
Come figlio d’arte sarebbe stato facile seguire le orme di famiglia, invece lei ha scelto una carriera autonoma. Ce ne parla?
“Mi occupo di televisione, ma preferisco lavorare dietro le quinte anche se in passato ho recitato in alcuni film. Con il mio socio che vive a Los Angeles abbiamo partecipato al progetto della serie TV Roma ideata da Bruno Heller e prodotta da HBO, BBC e Rai Fiction. Le riprese sono state effettuate a Cinecittà dal 2005 al 2007 per cui sono venuto spesso in Italia. Come produttore sto lavorando ad un progetto televisivo intitolato Fly tigers realizzato insieme con il Governo cinese e al remake de Il Santo, la serie inglese degli anni Sessanta che consacrò mio padre come attore internazionale. Il mio business non è legato solo all’entertainment, ma anche alla ristorazione: ho tre locali a Londra ed uno a Gstaad e mi piace che gli ospiti vivano l’esperienza del buon cibo in un ambiente cool e raffinato”.
È considerato un’icona di stile: qual è il suo segreto?
“Lo stile è il giusto mix di innovazione e personalità. Si può essere sportivi, eleganti o casual, ma per distinguersi occorre avere carattere. Amo la moda italiana e il mio sarto vive nel vostro Paese. Lui ha capito perfettamente il mio carattere e che cosa mi piace, per questo mi segue da tempo. Sono un esteta appassionato anche di profumi, che colleziono. Ne ho tantissimi e li scelgo in base alla stagione”.
Un sogno da realizzare?
“Ne ho tantissimi. Mia madre dice che ogni volta che concretizzi un sogno, ne puoi esprimere un altro. Sognare e raggiungere gli obiettivi è un mezzo per crescere e sentirsi vivi. Ad esempio mi piacerebbe sensibilizzare le persone affinché non sprechino risorse come l’acqua e il cibo. Viviamo in un loop nel quale creiamo, consumiamo e distruggiamo senza pensare che quello che una minoranza distrugge potrebbe essere fonte di vita per molti”.



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